Apicoltura

APPROFONDIMENTO

 

In regione sono presenti 1.220 apicoltori che nel 2015 hanno denunciato il possesso complessivo di 25.249 alveari dislocati in circa 1.900 apiari distribuiti su tutto il territorio regionale. Sono soprattutto dislocati negli ambiti rurali, ma non mancano realtà apistiche anche nelle aree suburbane. 

La produzione principale è quella del miele, che oscilla tra le 470 e le 1.100 tonnellate/anno, compatibilmente con l'andamento climatico della stagione produttiva e l'incidenza delle malattie infettive ed infestive delle api. Seguono le produzioni di cera e in misura minore quella di polline e propoli.

Gli apicoltori si dividono sostanzialmente in tre figure professionali: hobbisti, semiprofessionisti e professionisti.
Gli hobbisti, percentualmente in numero maggiore, assicurano per la loro capillare distribuzione sul territorio un servizio di impollinazione gratuito a tutte le specie di piante entomogame. I semiprofessionisti sono ben rappresentati come numero ed in costante crescita, in quanto l'allevamento delle api concorre a determinare un'importante fonte di integrazione del reddito principale. I circa 25 professionisti, che detengono un numero di alveari pari a circa 8.000, attraverso l'apicoltura trovano occasione di lavoro e di reddito. Tutti assieme questi operatori concorrono a recuperare e capitalizzare una ricchezza, il nettare, che diversamente andrebbe inevitabilmente perduta con la caduta dei fiori.

Negli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia, come anche nelle altre regioni italiane ed in numerosi paesi esteri, sono state segnalate morie di api anomale e spopolamenti di alveari in forma diffusa, non attribuibili a cause certe, il che ha indotto la Regione FVG a finanziare nel 2008 un progetto di monitoraggio di tali mortalità in ambito regionale e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nel 2009 a stanziare  “Apenet: monitoraggio e ricerca in apicoltura”, un progetto per la messa a punto di una rete di monitoraggio su tutto il territorio nazionale.

Dal 2012 al 2014 il suddetto Ministero ha finanziato il progetto “BeeNet: apicoltura e ambiente in rete” coordinato dal CRA – Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura di Bologna, unitamente all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Università di Bologna ed al SIN (Sistema Informativo Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura). Tale progetto, che era la continuità del progetto "Apenet", ha ampliato la rete di monitoraggio dei fenomeni di mortalità e spopolamento degli alveari, rendendola più estesa e capillare e ha coinvolto anche la Regione e gli apicoltori.

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