Dopo i casi registrati nei mesi scorsi in 180 impianti di macellazione degli Stati Uniti e in diverse strutture di lavorazione carne nel Regno Unito, ora è un focolaio presso Gütersloh, nella Renania Settentrionale-Vestfalia (Nrw), a riportare l’attenzione dei media internazionali sui mattatoi.
Sono 1331 i lavoratori dell’azienda di trasformazione carni Tönnies trovati positivi al Covid-19: un numero che ha fatto schizzare l’indice R0 della Germania da 1,79 a 2,88 in un solo giorno, costringendo il governo tedesco a mettere in quarantena 560000 persone circa.
L’azienda imputata, che macella circa 20.000 maiali al giorno presso lo stabilimento coinvolto, è stata pertanto esclusa dalla lista degli esportatori di carne autorizzati dall’Ufficio doganale della Cina. Stessa decisione è stata presa nei confronti dell’azienda dell’industria avicola americana Tyson Foods, la quale ha riportato recentemente casi di Coronavirus presso i suoi dipendenti ed è stata pertanto bandita dal mercato cinese.
Cina che, tra le altre misure preventive, ha quindi rinnovato la richiesta di una auto-certificazione “Covid-free” per le merci di origine animale importate ed inasprito i controlli su tutti i prodotti carnei provenienti dall’estero. A Pechino infatti, a seguito dei casi individuati presso un importante mercato all’ingrosso, continuano a crescere i numeri del contagio, portandosi dietro la preoccupazione di tutto il mondo riguardo ad una seconda ondata pandemica.
L’incepparsi della filiera della carne, però, non può esimersi da un’immediata risposta sui prezzi dei mercati globali. La riduzione di manodopera a causa dei contagi porta all’abbattimento di massa degli animali, che non possono più essere accuditi e devono essere eliminati. Questo a maggior ragione visto il dilagare dell’infezione negli USA e in centro-Sud America.
Questa situazione paradossale secondo alcuni esperti si è generata per la qualità della vita e del lavoro degli operatori impegnati nell’abbattimento e nella preparazione industriale delle carni. Infatti questo tipo di lavoro per le condizioni operative e la forte promiscuità degli ambienti difficilmente può assicurare il distanziamento degli operatori. Allo stesso tempo le particolari condizioni di temperatura e umidità degli ambienti, nonché il ciclo continuo delle operazioni non lasciano molte possibilità per sanificare gli ambienti. Infatti nessuna evidenza ancora lega l’accaduto al prodotto carne, quanto piuttosto al comportamento di operatori stressati e sottopagati.
La situazione sta avendo un impatto negativo su tutta la filiera produttiva, dagli agricoltori che producono il mangime, agli allevatori. All'orizzonte ci sono anche potenziali problemi di approvvigionamento della carne.