Quella dei Trevisan è una famiglia di coltivatori, il cui cognome coincide con il nome del Borgo gradiscano in cui è attiva da generazioni. L’azienda fu fondata, agli inizi degli anni ‘40, da nonna Giuseppina e nonno Gaetano che coltivavano i primi campi di mais, frumento e girasole e i primi vigneti a Gradisca d’Isonzo (GO). Puntavano fortemente sull’allevamento di bovini e suini, infatti nel borgo fior fiore di norcini hanno creato una vera e propria scuola. Fu il figlio Dario Trevisan con la moglie Patrizia Valent, tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio dei 2000, ad affiancare alla classica frasca la frutticoltura con pesche, albicocche, susine e ciliegie.
Gli anni passano, i tempi cambiano e le ambizioni fremono nel giovane figlio Matteo (classe 1992) che, sin dalla tenera età ha dimostrato una forte passione per la natura e il territorio. Una volta diplomatosi nel 2011 all’Istituto Tecnico Agrario “Brignoli" di Gradisca, si è potuto mettere completamente in gioco in azienda. Da sempre attento all’innovazione e con una forte dedizione al lavoro in campagna e in cantina, inserisce l’annata 2012 in bottiglia per dare il giusto prestigio ai propri vini, sia bianchi che rossi.
L'azienda punta sui vitigni autoctoni, che hanno trovato il terroir più adatto ed espressivo all'interno della DOC Isonzo, quest'ultima contraddistinta appunto dalla presenza dell'omonimo fiume.
La produzione conta circa 20.000 bottiglie annue di Malvasia, Friulano, Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, vitigni appartenenti all’areale di produzione “Friuli Isonzo”, i cui vigneti sono dislocati fra i Comuni di Gradisca d’Isonzo e Romans d’Isonzo.
Il Friulano fino all’annata 2018 veniva nominato “Tre Blanc”, dove “Tre” sta per le prime 3 lettere del cognome “Trevisan” e “Blanc” dal francese "più bianco" (o anche in friulano “bianco”).
Lo stile dei vini parte da una minuziosa selezione delle uve portate in surmaturazione che, mediante la vinificazione classica a temperatura controllata, vogliono esprimere il territorio nella bottiglia.
I bianchi maturano in acciaio, mentre i rossi vengono affinati in botti di legno, ricercate nel tempo in base alle caratteristiche di ciascuna varietà.