La bioeconomia usa risorse rinnovabili invece di risorse fossili. Le bioraffinerie sono il cuore pulsante della bioeconomia, ovvero svolgono il ruolo centrale di convertire intelligentemente biomassa e rifiuti biogenici attraverso tecnologie efficienti e innovative in una miriade di prodotti a base biologica come alimenti, mangimi, fibre, materiali, sostanze chimiche e bioenergia.
I prodotti e i materiali a base biologica garantiscono un ciclo del carbonio più equilibrato rispetto alle alternative fossili. Ciò è legato al fatto che la velocità con cui l’anidride carbonica viene emessa dai prodotti a base biologica corrisponde alla velocità con cui essa è stata sequestrata nella biomassa, sfruttando la capacità del mondo vegetale di fissare l’energia solare che arriva sulla terra attraverso la fotosintesi clorofilliana.
Proprio la capacità peculiare del mondo vegetale di accumulare energia sotto varie forme rende il mondo rurale e agricolo uno degli ecosistemi fondamentali per garantire alla crescente popolazione mondiale le risorse di cui necessita ed uno sviluppo sostenibile dell’economia del pianeta.
Nello scenario nazionale ed internazionale in cui i temi propri della bioeconomia hanno ormai assunto grande rilievo, anche per gli ormai innegabili effetti che le emissioni dei gas serra legati all’uso di risorse fossili hanno sul clima, il ruolo che compete alla regione Friuli Venezia Giulia, da sempre ad elevata vocazione rurale ed agricola, è sicuramente di primo piano.
La peculiare configurazione del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia, infatti, ben si configura allo sviluppo di attività di bioeconomia. Le caratteristiche del Friuli Venezia Giulia sono le seguenti:
Attualmente nella Regione Friuli Venezia Giulia sono presenti circa 71 impianti a biogas con taglia media di 700 kW e sono alimentati soprattutto con prodotti agricoli poiché hanno una composizione più uniforme e ciò semplifica la gestione dell’impianto. Tali impianti sono localizzati principalmente nelle pianure di Udine e Pordenone.
La maggior parte degli impianti viene alimentato con un misto di reflui zootecnici e insilati di cereali, esistono comunque anche impianti che si approvvigionano esclusivamente si insilati o solo di reflui zootecnici.
Nel corso degli ultimi anni i processi di digestione anaerobica hanno avuto un notevole sviluppo e numerose sono state le esperienze di utilizzo di differenti biomasse. Ad oggi sono utilizzabili liquami zootecnici, biomasse da colture dedicate, fanghi di depurazione, frazione organica rifiuti urbani, residui agricoli e rifiuti dell’industria agroalimentare. La scelta delle matrici organiche da utilizzare è strettamente connessa alle logiche gestionali dell’azienda, quali:
· Scegliere di utilizzare i reflui o i rifiuti aziendali;
· Scegliere di reperire biomasse dedicate;
· Scegliere di reperire sottoprodotti idonei a costi contenuti;
Quindi la resa in biogas è necessariamente dipendente dal tipo di matrice selezionata ed utilizzata.
Secondo le stime del terzo Inventario Forestale Nazionale e dei serbatoi forestali di Carbonio (INFC) la superficie forestale italiana sta aumentando. Anche la superficie forestale del Friuli Venezia Giulia negli ultimi decenni ha confermato il progressivo aumento. Nel corso del 2014, l’impiego del legno da foresta complessivamente è stato pari a 19.544 mc e di 35.351 mc se si considera anche l’utilizzazione fuori foresta. In particolare, l’80,88% è destinato a legname da lavoro e il 19,12% ad uso energetico; le perdite di lavorazione in foresta si attestano intorno all’1,65%.
Importante percorso di valorizzazione delle foreste avviato dalla regione Friuli Venezia Giulia è la certificazione forestale. Attualmente la superficie forestale certificata secondo gli standard PEFC è di 81.913 ettari, di peccete montane, abieteti, piceo-abieteti, abieti-piceo-faggeti, faggete a cui si aggiungono circa 1960 ettari di pioppeti certificati.
La superficie certificata della regione rappresenta il 9% delle superfici certificate in Italia, mentre la superficie a pioppeto raggiunge il 35% degli impianti italiani.
Il patrimonio forestale del FVG ed il suo attuale livello di sfruttamento si può così schematizzare: