FERMO PESCA: ECCO L'ALTERNATIVA


giovedì 8 agosto 2019
Agrifood FVG

Un nuovo modello di acquacoltura può garantire la filiera alimentare
 
Il Friuli-Venezia Giulia può vantare un esempio innovativo a Bevazzana:
zero mangimi, zero antibiotici e reintroduzione di un ecosistema naturale

Quella del fermo pesca in Adriatico è notizia di stretta cronaca, ma la questione va allargata anche al depauperamento delle risorse ittiche locali e alla crescente importazione dall’estero. Eppure un’alternativa a tutto questo già esiste e in Friuli-Venezia Giulia ha anche esempi positivi, come quello della Società Agricola Valle Pantani di Bevazzana, l’allevamento di pesce che dopo il recupero e rilancio durato quattro anni si appresta a riprendere la vendita del prodotto. 

L’acquacoltura è un’attività molto antica presente in questa zona, praticata in tutta la costa regionale, fin dai Romani. Negli ultimi vent’anni, però, le attività presenti in laguna sono passate da 50 ad appena 6. Tra queste, Valle Pantani ha un’area di 138 ettari, di cui 100 ettari di specchio d’acqua e 38 ettari di superficie agricola destinati a seminativo. Caduta in abbandono e passata di proprietà nel 2014 a una nuova società, l’anno dopo si è affidata al Cluster Agrifood Fvg per un piano di riqualificazione dell’intera area dal punto di vista agro-ambientale, gestionale e organizzativo.

L’agenzia regionale di Cluster ha così accompagnato e supportato la Società Agricola Valle Pantani all’investimento di fondi propri e all’accesso di fondi strutturali e di investimento europei (Fondi Sie). È stato così definito e messo in atto un metodo di gestione dell’allevamento rispettoso dell’ambiente e del benessere animale, senza l’utilizzo di mangimi (il pesce deve procurarsi da solo il cibo e perciò non vive confinato in alcune vasche dell’allevamento ma nuota in spazio di 100 ettari) e antibiotici (la densità con cui viene allevato il pesce permette di avere un ambiente acquatico pulito e sano). Di fatto la Società Agricola Valle Pantani è l’unica che in regione si può fregiare del metodo di produzione biologica.

Inoltre, una parte dei terreni a seminativo è stata convertita in boschi, prati e laghetti ideali per la nidificazione e la riproduzione di specie protette e di elevato interesse faunistico. La restante area agricola è stata valorizzata con il reimpianto di vigneti a Ribolla Gialla e Pinot Grigio, che per le peculiarità della struttura e tipologia di terreno, si prevede con caratteristiche di eccezionale pregio.

E ora, dopo 4 anni di ‘crescita ed ingrasso’ di branzini ed orate, inizierà la vendita diretta.
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