NUOVE NORME UE PER RIDURRE I RIFIUTI MARINI


martedì 4 settembre 2018
Agrifood FVG
si parte dal monouso ma la vera sfida sono i materiali da confezionamento sia primario che secondario nonchè gli ausili di processo.

Di fronte al costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e ai danni che ne conseguono, la Commissione europea propone nuove norme di portata unionale per i 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d'Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati. Insieme, questi prodotti rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Le nuove regole sono proporzionate e concepite per ottenere i migliori risultati, vale a dire non a tutti i prodotti si applicheranno le stesse misure: saranno messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l'uso di quelli di cui non esistono valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale; i produttori dovranno poi rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti. Con queste nuove norme l'Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali.

La vera sfida però può cominciare già oggi e riguarda sia la riduzione che l’eliminazione degli imballaggi plastici non riciclabili e comunque rendere l’operazione di riciclo effettivamente conveniente.

Il settore agroalimentare oggi fa largo uso di questi materiali ma non sempre cerca di ridurne o razionalizzarne l’impiego.

Problemi da affrontare in maniera coerente possono essere la riduzione degli spessori dei film, l’eliminazione degli strati non necessari o di inspessimento per la macchinabilità, il passaggio a monomateriali con l’abbandono degli accoppiati, l’eliminazione delle parti di packaging non indispensabili (astucci, blistering, fasce ed accessori, etichette e flier aggiuntivi….).

Un analisi appropriata va anche svolta sui sistemi di confezionamento in Atmosfera Protettiva e sulla loro effettiva necessità alla luce dei recenti sviluppi delle tecnologie skin. Il MAP infatti non solo aumenta il rapporto tra volume del contenitore rispetto al peso del contenuto ma anche richiede materiali con spessori e performances molto particolari il cui impatto non è oggi solo ambientale ma anche economico.

Alcuni paesi anche vicino a noi hanno cominciato con la proposta al consumatore da un lato al riciclo virtuoso (sistemi raccolta vuoti non riciclabili e riciclabili con tessera o chiavetta di credito) o alla completa valorizzazione (costo) del contenitore non riciclabile in etichetta o in scontrino.

Nel settore agricolo si sta operando per la riduzione del rilascio delle microplastiche da parte di teli serra o paciamanti, tutori, sistemi di supporto, flotting e di legatura con il ritorno verso pratiche più eticamente sostenibili quali sarchiature e impiego di supporti naturali e non a perdere.

Questo ci deve far pensare su quali possono essere le prospettive future e gli scenari che si aprono per il nostro settore agricolo ed alimentare anche in una logica non solo commerciale (etichettatura LCA) ma anche principalmente etica.

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