"Emergenza cormorani": chiesto intervento Governo presso sedi UE


lunedì 3 dicembre 2018
Agrifood FVG
Con un ordine del giorno approvato il 22 novembre la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha chiesto al Governo ed ai Ministeri competenti, di attivarsi nelle sedi comunitarie al fine di rivedere le politiche per la gestione e conservazione delle popolazioni di specie aviarie ittiofaghe (fra cui i cormorani), che stanno gravemente danneggiando l'acquacoltura sia in aree lacustri, sia in aree marine. 
Si riporta di seguito il testo integrale del documento (pubblicato sul portale www.regioni.it) che è stato consegnato al Governo in occasione della riunione della Conferenza Stato-Regioni (che si è tenuta lo stesso 22 novembre).
Ordine del giorno sui danni arrecati dagli uccelli ittiofagi nei comprendi ittici. Richiesta di impegno urgente di intervento presso l'unione europea 

Le Conferenza delle Regioni e delle Province autonome richiama l’annosa e non più procrastinabile problematica delle popolazioni di cormorani nei compendi ittici di alcune Regioni italiane (Sardegna e Lombardia).
In particolare, la popolazione europea dei cormorani è negli ultimi anni notevolmente aumentata e i numerosissimi contingenti di cormorani che ogni anno giungono presso gli stagni della Sardegna, in particolare nella zona dell’oristanese, provocano enormi e ingenti danni alle produzioni e ai comparti produttivi locali in un contesto economico e sociale ormai sempre più fragile. In tale scenario, la difesa dei sistemi produttivi locali da ogni minaccia alla loro sopravvivenza è diventata una priorità.
Purtroppo, nonostante le ingenti risorse messe in campo dalla Regione Sardegna per la sperimentazione di sistemi di prevenzione atti a mitigare gli attacchi di questi abili predatori e per pagare gli indennizzi agli operatori economici, il fenomeno registra una preoccupante crescita e non sembra esserci una soluzione nemmeno nel medio termine. I censimenti effettuati dalla comunità scientifica e le enormi e crescenti richieste di indennizzo per i danni arrecati alle produzioni ittiche testimoniano questo significativo e costante aumento delle criticità e dell’insostenibilità di questa situazione.
Ciò premesso, è evidente che le Regioni colpite da tale fenomeno, non possono essere lasciate sole ad affrontare una problematica che non è affatto locale, bensì europea e che deve vedere pertanto lo Stato italiano partecipe e protagonista di proposte gestionali nei tavoli internazionali e in particolare europei. Ogni azione svolta a livello locale è infatti priva pressoché di efficacia in assenza di un piano di gestione delle popolazioni affrontato in maniera decisa a livello europeo. Già il Parlamento europeo, con la risoluzione 4/12/2008, aveva incaricato la Commissione Europea di affrontare in maniera approfondita uno studio completo sul fenomeno al fine di trovare soluzioni condivise.
Si ricorda inoltre che lo Stato francese, che per anni ha autorizzato il prelievo in deroga per migliaia di esemplari di cormorani senza sortire alcun effetto sulla stabilizzazione delle popolazioni, con una nota del 14/6/2011 indirizzata al Consiglio Europeo, ha rimarcato l’esigenza di un piano di gestione europeo che, nel rispetto delle prerogative di tutela della specie, consenta tuttavia di minimizzare l’impatto sulle attività produttive locali.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nel richiamare i contenuti inerenti alla problematica generale delle specie invasive, riportati anche nel Dossier consegnato lo scorso 26 luglio al Ministro dell’Ambiente in occasione dell’incontro con la Commissione Ambiente e Energia della Conferenza delle Regioni, nonché le precedenti note 2013/Gab del 16/10/2010 e 345/Gab del 6/3/2012, di pari oggetto, a suo tempo indirizzate al Ministro dell’Ambiente, ribadisce l’urgenza di chiedere che vengano rappresentate dallo Stato italiano nelle sedi apposite dell’Unione Europea le problematiche esposte allo scopo di individuare, assieme agli altri Stati membri dell’Unione, le strategie da intraprendere per stabilizzare o addirittura contenere la popolazione dei cormorani, intervenendo soprattutto sui loro siti di nidificazione localizzati nel nord Europa.
Roma, 22 novembre 2018

(fonte: Regioni.it)
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