Regalo sotto l'albero...... Risoluzione Onu su nutrizione, «tutelato il Made in Italy»


lunedì 17 dicembre 2018
Agrifood FVG
“Finalmente l’Onu è tornata sui suoi passi e ha dovuto ammettere che i nostri prodotti, le eccellenze del made in Italy, non sono dannose per la salute. Che l’enogastronomia italiana è sana e di qualità. Sui nostri alimenti non ci sarà nessun bollino nero. Abbiamo messo in campo le nostre eccellenze diplomatiche, con il sostegno di tutte le amministrazioni competenti, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico e naturalmente il Mipaaft". 
 
"Abbiamo chiesto a tanti Stati di appoggiare la nostra posizione, perché riteniamo che l’etichetta a semaforo sia potenzialmente pericolosa e fuorviante. La posizione italiana in materia è e rimane quella di un’icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale. Abbiamo sventato quello che sembrava un vero e proprio attacco per mettere in difficoltà i prodotti tipici del nostro Paese. Indicazioni ingannevoli e fuorvianti non fanno bene all’economia di nessun Paese. Ora è il momento di guardare avanti e occuparci di promozione, tutela e tutto ciò che possa aiutare concretamente il settore. Continueremo a vigilare affinché i nostri prodotti vengano tutelati e salvaguardati in ogni parte del il mondo”.
 
Lo dichiara il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sen. Gian Marco Centinaio.
 
C'è da chiedersi se sia veramente una vittoria o se l’essere diversi possa alla fine divenire motivo di penalizzazione.
È evidente che una etichetta ci sarà; speriamo questa non metta il consumatore in confusione.
Non dobbiamo infatti dimenticare che gli altri mezzi moderni di engagement commerciale avranno la meglio.
In un mondo dove sul cibo e sulla sua preparazione e presentazione l’interesse mediatico non cala, l’etichetta, forse, sta diventando un elemento secondario rispetto a fenomeni di moda basati sull’istinto.
 
A prescindere dalla conclusione di questa vicenda va però notata un’altra cosa ovvero se questa trincea di protezione esasperata del Made in Italy non sia divenuta una negazione della naturale evoluzione ed innovazione dei nostri prodotti.
 
Infatti il sistema di protezione DOP e IGP  e i relativi disciplinari che si vuole sempre più stringenti a difendere un forte sempre più piccolo, possono diventare alibi per non innovare i prodotti evitando di investire nella ricerca e nella tecnologia limitandosi ad investire con una falsa convenienza in marketing e promozione.
Non va dimenticato che il progressivo allontanamento qualitativo delle produzioni dalle esigenze quotidiane dei consumatori rende sempre più difficile recuperare il crescente differenziale tecnologico che inevitabilmente si viene a creare.
 
Sperando di non aver ragione mi auguro che si voglia effettivamente guardare al futuro e non essere opportunisticamente bloccati in un passato che difficilmente tornerà.
 
Altrimenti, per lo stesso paradigma, dovremmo cercare ed apprezzare prosciutti passati con la calce o formaggi che a volte camminano ed altro che, fortunatamente, da molti anni non si trova più in vendita.

 

dr. Pierpaolo Rovere
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