I DAZI USA NON SPAVENTANO PIU' L'AGROALIMENTARE


lunedì 17 febbraio 2020
Agrifood FVG

I DAZI USA NON SPAVENTANO PIU' L'AGROALIMENTARE

L'Italia esce indenne dalla revisione Usa
Confermate le tariffe doganali su formaggi e alcolici, ma senza il temuto inasprimento

Fonte: Ansa

L'Italia esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre. Dal confronto tra i codici doganali riportati dall'ufficio del rappresentante Usa per il commercio (Ustr), nelle due liste di ottobre e odierna non risultano infatti colpiti prodotti italiani. 

Gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre a vari prodotti europei (compreso il Parmigiano) e hanno fatto solo lievi modifiche alla lista. 
"Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti. L'agroalimentare italiano non compare nella lista dell'Ustr americana appena pubblicata dei prodotti soggetti a dazi. Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili". Così, in una nota, la ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova.
Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato affermando che "Sono salvi i vini, l'olio d'oliva e gli altri prodotti italiani che rischiavano dazi fino al 100%. La nostra azione diplomatica e la nostra amicizia con gli Stati Uniti hanno scongiurato il peggio per le nostre aziende. Così difendiamo il Made in Italy, così difendiamo i prodotti della nostra terra, orgoglio della nazione".

Salvi quindi i vini italiani esportati negli Stati Uniti, che potevano rischiare pesanti rincari ma rimangono sempre i nostri aperitivi e liquori, minacciati dalla decisione dell'amministrazione Usa di lasciare invariati i dazi già in vigore, pari al 25% del valore, sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Ue. "Dall'entrata in vigore dei dazi - ha aggiunto Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini - il fatturato nel mercato USA, è diminuito in media del 35%. Stiamo assistendo ad un progressivo calo della marginalità delle vendite poiché le Aziende si sono dovute far carico di riassorbire parte dei dazi senza incidere sul mercato, a discapito soprattutto delle imprese medio-piccole che costituiscono buona parte del tessuto produttivo".
Diverso l'umore di Piero Mastroberardino, Presidente del Gruppo Vini di Federvini che ha dichiarato: "Il mercato americano rappresenta il primo sbocco per il nostro vino. Secondo gli ultimi dati, l'export complessivo in valore, nel 2019, ha raggiunto 1 miliardo 750 milioni di euro ed una crescita su base annua del 4,2% Ma questo trend potenzialmente rischia di rallentare."
Infatti, la situazione dovrà essere monitarata costantemente, dato che l'ufficio per il commercio Usa si riserva comunque di cambiare le merci colpite dalla tariffe.

 

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